| Abile mossa di marketing
                  o vicenda reale? Il "caso Galbraith" presenta
                  qualche punto oscuro, ma conferma quello che nessun editore
                  vuole riconoscere: oggi il successo non viene dalla qualità
                  del libro, ma dalla notorietà dell'autore. 
                      Breve riassunto di una vicenda troppo nota. La celebre e
                      ricchissima scrittrice J.K Rowling (autrice della saga di
                      Harry Potter) pubblica un thriller sotto falso nome: un
                      flop, nonostante le critiche favorevoli. Dopo due mesi si
                      "scopre" che sotto lo pseudonimo di Robert
                      Galbraith si nasconde nientepopodimeno che la Rowling. 
                      Ed è subito best-seller.
                       Per chi, come noi, si occupa di autori esordienti,
                      self-publishing e dintorni, la vicenda di  "The
                      Cuckoo’s Calling" (Il richiamo del cuculo)
                      merita qualche considerazione oltre la mera cronaca. Perché
                      in tutta la storia c'è qualcosa di strano. Uno: un solo rifiuto da un solo editore? Subito
                      dopo la rivelazione, Kate Mills, editor di narrativa di Orion
                      Books, ha confessato via Twitter di avere rifiutato la
                      pubblicazione: «Allora, ora posso dire che ho rifiutato
                      JK Rowling. L’ho letto e ho detto di no a “The
                      Cuckoo’s Calling”. Chi altro l’avrebbe mai
                      confessato?». La valutazione di Mills era «ben scritto
                      ma niente di che».Riflettiamo un attimo: lo sconosciuto Robert Galbraith
                      aveva inviato il suo "manoscritto" solo alla
                      Orion Books? Certamente no. Rowling conosce bene, anzi
                      benissimo, il mondo editoriale. E sa che un autore
                      esordiente deve bussare alle porte di molti editori, nella
                      speranza che qualcuno trovi la sua opera degna di
                      pubblicazione. Quanti rifiuti ha collezionato il sedicente
                      Mr Galbraith? Sarebbe interessante saperlo.
 Due: il flop nonostante le critiche
                      favorevoli (ma questo non è strano). “The
                      Cuckoo’s Calling” era stato accolto da critici
                      entusiasti. «Un debutto scintillante», «a bocca aperta», 
                      «avevo pensato che fosse stato scritto
                      da uno scrittore molto maturo e non da un esordiente» e
                      via elogiando.Nonostante queste premesse, il libro aveva venduto 1.500
                      copie dal 18 aprile, il giorno della pubblicazione, al 13
                      luglio, il giorno della rivelazione. Una cifra che in
                      Italia non sarebbe male, ma nell'immenso mercato dei libri
                      in lingua inglese è molto modesta.  Ma non c'è
                      nulla di strano. Si sa che per vendere un libro non
                      bastano le critiche favorevoli.
 Tre: basta il nome per fare il best-seller.
                      Appena è venuto fuori che il misconosciuto Robert
                      Galbraith è in realtà la signora dei best-seller, le
                      vendite sono esplose.Allora fanno bene gli editori che pubblicano quasi solo
                      "firme" note, cioè scrittori già affermati o
                      personaggi di fama televisiva, cinematografica o sportiva.
                      Anche se la loro produzione "letteraria" è
                      fatta di ricette di cucina o asseriti metodi per
                      dimagrire, o è semplicemente opera di qualche ghost
                      writer?
 Quattro: i conti non tornano. Amazon avrebbe
                      rivelato che il primo giorno dopo l'epifania di mrs
                      Rowling le vendite sarebbero aumentate del 500.000 per
                      cento (non ho trovato la fonte di questa probabile
                      panzana). E' praticamente impossibile, come si può
                      dimostrare con un semplice conto nasometrico: 1500 copie
                      in tre mesi significa circa 17 al giorno; moltiplicate per
                      500.000 fanno più di 8.000.000. Nessun editore può
                      essere così folle da tenere in magazzino otto milioni di
                      copie di un libro, neanche se l'autore dichiarato è J.K.
                      Rowling. E non può stamparle in una notte. Cinque: un best-seller con lo sconto? Ieri, 29
                      luglio, “The
                      Cuckoo’s Calling” era in vendita su Amazon UK con lo sconto del 50 per
                      cento (da £ 16,99 a 8,99 in hardcover, in brossura
                      7,99, niente sconti). In genere un taglio di questa
                      grandezza si fa per smaltire le giacenze di un libro
                      invendibile, non certo per un best-seller con due
                      settimane di vita. Strano, no? Sei: bravo l'ufficio stampa! L'improvviso,
                      sincronizzato chiasso mediatico intorno alla rivelazione
                      sa tanto di campagna stampa orchestrata con perizia. Da
                      rilevare che la maggior parte dei giornali on line in
                      lingua inglese ha pubblicato testi che appaiono frutto di
                      elaborazioni redazionali; invece quasi tutti gli organi di
                      stampa italiani hanno ripreso con poche varianti le
                      notizie d'agenzia. Osservazioni originali solo su qualche
                      blog (provare con Google per credere). Sette. Gatta ci cova. Non sarebbe la prima volta
                      che un noto scrittore pubblica sotto pseudonimo libri che
                      non rientrano nella sua linea consueta. E' il caso, per
                      fare un solo esempio, di Salvatore Albert
                      Lombino (diventato scrittore di successo come Evan
                      Hunter), che ha pubblicato con la firma di Ed McBain la
                      bella serie di polizieschi dell'87° Distretto.Mrs Rowling avrebbe detto che il suo editore, David
                      Shelley, è stato "un vero complice"
                      nell’operazione. E tanto dovrebbe bastare per chiudere
                      il "caso".
 Alla fine dei conti, tutta la faccenda mi ricorda i
                      "casi letterari" che esplodono nei comunicati
                      stampa degli editori prima ancora che il volume sia uscito
                      dalla tipografia.Per verificarlo ho tirato giù le prime pagine del libro
                      dal sito del Kindle. Non conosco abbastanza a fondo la
                      lingua inglese per valutare la qualità della scrittura,
                      ma dall'incipit e dalla trama posso trarre una conclusione
                      personale, da accanito lettore di thriller: niente di
                      originale. Brava Kate Mills!
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